Intervista a Giulia Bezzi

SEO strategist, imprenditrice benefit, keynote speaker.

Intervista a Giulia Bezzi

Ciao Giulia, grazie per aver accettato la nostra proposta di intervista! Ti puoi presentare brevemente a chi non ti conosce ancora e raccontarci del tuo percorso professionale?

Ciao a tutti (se fossi sul palco sventolerei il braccio sinistro con movimento circolare) sono Giulia Bezzi, SEO strategist ed imprenditrice, Founder de LeROSA un progetto nato per contribuire al benessere della comunità, in particolare, delle donne. Keynote speaker per fare divulgazione e semplificare le informazioni legate al mio mondo.

Come sei diventata una SEO strategist?

È una storia che racconto spesso e, che ancora oggi, mi commuove. In un momento difficilissimo della mia prima carriera, quando non trovavo più stimoli, mio fratello che è un software architect, attualmente CTO di Kleecks, un SaaS che accelera la strategia online dell’azienda attraverso il proprio sito web, mi ha detto vieni a conoscere il mio mondo. A casa mi chiama Panzer perché dice che ho una grandissima costanza e nessuna paura del sacrificio da compiere, così di notte studiavo SEO, di giorno facevo il mio vecchio lavoro, fino a quando non me ne sono andata.

Secondo te, è corretto oggi parlare ancora di SEO Specialist?

Io amo definirmi una SEO strategist perché lavoro alla progettazione di ciò che sarà il sito web o il suo restyling per metterlo in condizione di ottenere più traffico qualificato possibile, mi affido a team di sviluppatori o direttamente a Kleecks per lasciare la parte tecnica e non mi occupo di Link Building, quindi solo SEO on site.

Il SEO specialist, secondo me, ci raccoglie tutti e per ora esiste ancora. Esisterà fino a quando esisterà ricerca, magari sarà diverso, con altre competenze, ma ci sarà.

Quali sono gli step che percorri nel costruire un progetto SEO?

Dipende da cosa viene richiesto e dalla complessità del progetto. Il primo step è assolutamente studiare il mercato nel quale devo operare, mentre i tecnici cominciano a verificare quante bisogna farne per sistemare il sito. Poi inizio a lavorare agli excel, ci campo praticamente sopra, credo di non poter vivere senza righe e colonne. Vengo anche presa in giro perché qualsiasi cosa si debba fare per me è sempre: ok, allora apriamo un foglio excel…

La keyword research o come dico io la definizione dei campi semantici è la parte fondamentale del mio lavoro. Preparo l’architettura informativa, title e description comprese perché lo snippet non sarà SEO ma se non acchiappa si perdono possibilità e tutta la parte di linking interna. A quel punto devo fare in modo che tutto ciò che ho pensato per crescere traffico possa avere un percorso logico sul sito e semplice per la navigazione dell’utente.

Con Kleecks la verifica dei testi non è più affar mio, ma serve comunque la parte formativa per comprendere il SaaS. Se, invece, non usiamo Kleecks, allora dobbiamo preparare le persone che scrivono dal cliente o impiegare i nostri copywriter.

Verifichiamo il lavoro svolto e da quel momento, mese per mese, valutiamo l’andamento del sito e ci preoccupiamo di portare migliorie. Se il sito è già online allora il lavoro è totalmente diverso e, per me, molto più stimolante.

Quanto conta l’analisi dei dati per chi lavora con la SEO?

L’analisi dei dati è importante per tutti coloro che lavorano nel digital ed è molto bella perché è possibile. Abbiamo dati a non finire volendo, possiamo davvero riuscire a leggere tantissimo di ciò che accade fuori e dentro al sito web. Ciò che davvero conta è leggerli insieme ed interpretarli correttamente senza aver paura di ciò che si trova.

Il cliente deve imparare a capire che non è un lavoro immediato ma il consolidamento di tante azioni da parte di tutti i canali di conversione. Non c’è nulla di statico e di granitico, basta un competitor migliore e si perde posizione per dire.

Quando è nata la tua collaborazione con Salvatore Russo?

Credo siano 7 anni ormai. È nata per caso, l’ho conosciuto sul mitico Google Plus, ci siamo incontrati al Web Marketing Festival in cui lui era relatore e io ero ancora quella che non sapeva cosa voleva dire relatore, non so come o perché, due mesi dopo mi ha chiamato e mi ha detto “faccio la puntata zero di SEO&Love, ti voglio a raccontare la SEO e il Content”.

Il mio primo speech è stato proprio “non c’è SEO senza Love” poi tormentone dei primi anni.

Parliamo di eventi: qual è il tuo rapporto con il palco? Ti è mancato in questi mesi?

Il mio rapporto sul palco è molto complesso. Lo temo moltissimo e non ho mai potuto godermi la sensazione di rilassatezza che vedo in altri relatori. Lo amo perché mi permette di arrivare a più persone contemporaneamente e poter raccontare tutto ciò che di stupendo c’è nel mio lavoro. Ma non mi è mancato per niente.

Posso stare davanti a una telecamera a parlare a 60 milioni di persone senza problema, ma mi bastano 10 persone sedute davanti a me che posso vedere per sentirmi affaticata. Di contro, ho deciso di essere più presente quest’anno sui palchi perché voglio essere il buon esempio per tutte quelle donne che fanno il passo indietro perché non si sentono all’altezza, non si sentono preparate e devono fare tutto perfetto. Fino a quando loro non saliranno, io lo farò anche se mi sento sempre troppo emozionata.

Capitolo formazione: cosa ha rappresentato per te l’esperienza a Carriere.it di Luca La Mesa?

Cosa rappresenta! Non ho intenzione mica di abbandonare Giulia Lapertosa e Luca La Mesa! Adoro lavorare con loro, sono dei grandi professionisti con un senso dell’etica e dell’impegno senza pari. Tornerò più avanti e sarò contentissima di fare tutto ciò che mi propongono.

Con LeROSA abbiamo deciso di essere partner di Carriere.it, vendiamo gli abbonamenti per prime con banner sul sito e newsletter oltre ai messaggi nella community, perché crediamo abbiano fatto un grandissimo lavoro: erogano formazione da paura (io stessa la seguo) a un costo ridicolo e lo fanno perché vogliono guadagnare contribuendo al bene dell’Italia.

Dobbiamo davvero metterci in testa che non si può più essere improvvisati e che la formazione deve essere un’abitudine non un’eccezione.

Cosa consiglieresti a chi oggi avesse voglia di misurarsi con la SEO?

Di fare un altro lavoro! Scherzi a parte, l’altro giorno una ragazza mi ha scritto su LinkedIn chiedendomi un consiglio proprio simile a questa domanda e le ho risposto: pazienza, umiltà, sacrificio e quando pensi di essere arrivata, ricomincia con la pazienza, l’umiltà e il sacrificio.

Pazienza perché è un canale molto poco stabile da gestire, tutte le mattine un SEO si alza e apre la Search Console per dire, puoi essere perfetto e poi scendere e perdere tutto, puoi avere un fantastico risultato subito o dover attendere dei mesi perché, magari, non hai tutto il budget che ti serve per farlo o perché le modifiche devi svolgerle con cautela.

Umiltà, perché per quanto tu possa applicare il tuo metodo, aver studiato la soluzione migliore non avrai mai la certezza che quella sia la regola. Se non ti approcci sempre pensando che hai tutto da imparare ancora rischi lo schianto.

Sacrificio, ma questo per tutte le materie digital credo, c’è tanto da studiare sempre e quando pensi di sapere tutto, esce altro. Non si può pensare di non vivere con un libro in mano per dire.

Momento advisor: 3 libri da leggere sotto l’ombrellone…

Triggers di M. Goldsmith, per crescere la propria percezione del mondo
Lessico e Semantica di Casadei, senza lingua italiana non si fa strategia
Il Piccolo Principe a ripetizione proprio, almeno una volta l’anno

Come, secondo te, ti “posizionerai” tra 5 anni?

C’è un bellissimo discorso di Jack Ma che per me è diventato il sentiero da seguire e che davvero mi calza a pennello:

“A vent’anni impegnatevi nello studio, a 25 anni iniziate a lavorare e fate errori, a questa età potete cadere e rialzarvi senza conseguenze. Se scegliete una grande azienda acquisirete i processi, se invece optate per una piccola realtà imprenditoriale apprenderete la passione di fare molte attività diverse in una giornata.
La cosa più importante è che riusciate a identificare la vostra guida, dalla quale imparare il più possibile. Non è importante il campo dove agirete, ma quante cose può insegnarvi il vostro capo.
Dai 30 ai 40 focalizzatevi sulla professione, lavorate su voi stessi.
Dai 40 ai 50 anni non tornate indietro, non cambiate direzione, è troppo tardi. Diventate semplicemente i più bravi in quello che già state facendo.
Dai 50 ai 60 investite nei giovani, allevate talenti e trasferite informazioni.
Dai 60 anni in poi la priorità è il vostro benessere, fisico e mentale. Andate al mare!”

A 25 anni lavoravo in una grandissima azienda con 500 dipendenti e fatturati importanti, di notte facevo SEO di giorno ero una Responsabile dei Sistemi di Gestione Integrati, specializzata in legislazione ambientale.

Tra i 30 e i 40 ho imparato la professione, mi sono fatta un mazzo senza fine e quello me lo sto facendo anche ora che ne ho 42.

Ora non posso tornare indietro e cambiare direzione, secondo Jack Ma, devo diventare semplicemente più brava in quello che sto facendo.

Quindi, tra 5 anni sarò ancora quello che sono ora e ce la metto tutta per diventare più brava, perché poi dovrò allevare talenti e trasferire informazioni!

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